giovedì 28 novembre 2013

Basta amori criminali! Il 25 novembre a Cinquefrondi per gridare "STOP al Femminicidio"

Cinquefrondi (Reggio Calabria) – Una significativa iniziativa – ricorrendo lunedì 25 novembre la "Giornata internazionale contro la violenza sulle donne" -  è stata promossa dalle donne che si riconoscono nel progetto "Rinascita per Cinquefrondi" - ma aperta a chiunque volesse aderire -  attraverso la realizzazione di una manifestazione pubblica, che avrà come fulcro Piazza della Repubblica a Cinquefrondi, con cui cercare di sensibilizzare chiunque per avversare fermamente il tormento della "cultura della violenza" di cui – troppo spesso – è lo stesso universo femminile a pagarne, in prima persona, le conseguenze tragiche. Parallelamente si terrà uno sciopero di protesta collettivo per rendere eloquente il dramma della violenza sofferta che lascia digiuni, svuotati ed inariditi i corpi e le menti di coloro che questo male lo subiscono. A ciascuna aderente infatti è stato chiesto di indossare un simbolo di colore rosso, di appendere una banda rossa alle proprie finestre e di fermarsi, in una sorta di flash mob virtualmente continuo, per 15 minuti ovunque si trovino durante la giornata. Verso le ore 9,30 in piazza si raccoglierà un corteo che si opporrà in consonanza di voci e di cuori soprattutto al femminicidio ma anche alla pratica del malaffare politico-mafioso che tarpa le ali al futuro di donne ed uomini onesti in ogni dove e che sovente vede soccombere o soggiacere l'altra metà del cielo, vittima sacrificale di un "amore criminale". Si raggiungeranno, quindi, i locali della scuola media cittadina dove si terrà un incontro-dialogo sull'argomento con le terze classi dell'istituto intrattenendo anche il simbolico minuto di silenzio per commemorare tutte le vittime ingiustificate di violenza. Uno sciopero che avrà un seguito nel contempo simbolico e reale «nel controllo e nell'azione» della quotidianità - viene riferito dagli organizzatori – giacché «le richieste delle donne non possono essere disattese» non foss'altro perché «il tempo è finito», è stato rimarcato. E da un pezzo! aggiungiamo noi. Perché di manifestazioni pubbliche imperniate su una tematica sociale delicata e profondissima com'è questa - magari gridate e vissute per le strade, raccontate per le piazze o dimostrate per le vie e spiegate alle giovani generazioni nelle quali si impianti fermo e rigoglioso il germe dell'amore e della tolleranza viepiù universalmente verso chiunque ma particolarmente a favore delle donne, mogli, compagne, amiche, madri, colleghe, sorelle, consorti, confidenti, partner o alleate - si dovrebbe sentire l'assoluto bisogno di averne – specie in terra di ndrangheta, come la nostra - per tener vivo il ricordo, sgombrare il campo da ogni dubbio od ombra e soprattutto per ingenerare un rinnovamento culturale – senza se e senza ma - di cui non  esser sazi mai abbastanza.        

Giuseppe Campisi -mnews

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