martedì 11 gennaio 2011

In direzione ostinata e contrariⒶ ...

 


Vorrei prendermi il lusso ,,  oggi ,,  di  poter raccontare con la sua musica, senza pretesa di spiegare niente, il compagno  di tanta strada percorsa  assieme  sin qui,  da cui molto ho imparato … 

Di ricordare nel dodicesimo anniversario dalla sua scomparsa,  Fabrizio De Andrè,  con un testo che credo decisamente in pochi conoscano,  ma che per me ha significato ,, significa,  e tanto   significherà,,  soprattutto  nell’immediato.  

Correva l’anno 1968, 13 anni allora – io lo scopersi soltanto un paio di anni dopo e ricordo, fu amore a prima vista  -   Nuvole Barocche vedeva la luce.

Potrei dire che  con la sua poesia ha lasciato il segno nella storia della cosiddetta musica leggera... che i suoi versi e le sue note continuano a risuonare nelle orecchie di chi è, è stato e sarà abbastanza sensibile per capirli.

Potrei anche dire che è stato  un artista lontano anni luce dalle logiche di un certo mondo musicale che propone prodotti banali e ostenta divismo.

Potrei dire tanto,, e sarebbero ancora una volta di più solamente parole già lette e rilette, che nulla  aggiungono alla piacevolezza dell'ascolto delle sue " poesie in musica ":  tenere, feroci a volte, ma anche suadenti, amorevoli, spesso implacabili. BELLE

Che nulla devono o possono aggiungere al patrimonio inestimabile che Fabrizio De Andrè ci lascia coi   suoi versi. 
In    suoni,  pensieri,  emozioni, passioni. 

"Signora Libertà Signorina Anarchia.. così preziosa come il vino,, così gratis come la tristezza,, con la tua nuvola di dubbi e di bellezza ."

Controcorrente il mio ricordo,  attraverso parole semplici,  un testo minimale, brano senza pretese ma forse per questo anche più bello.

" .. tu mi hai  insegnato a vivere,, insegnami a partir… "

Oggi leggevo su un social network  la frase : “ Sono passati 12 anni  Fabrizio e ancora ci manchi”.
Io dico che  sono passati 12 anni e  che mi manchi e mi  mancherai ancora … E  ancora,, e ancora.

M.G.

Poi un'altra giornata di luce
poi un altro di questi tramonti
e portali colonne fontane.

Tu mi hai insegnato a vivere
insegnami a partir.

Ma il cielo è tutto rosso
di nuvole barocche
sul fiume che si sciacqua
sotto l'ultimo sole.

E mentre soffio a soffio
le spinge lo scirocco
sussurra un altro invito
che dice di restare.

Poi carezze lusinghe abbandoni
poi quegli occhi di verde dolcezza
mille e una di queste promesse.

Tu mi hai insegnato il sogno
io voglio la realtà.

E mentre soffio a soffio
le spinge lo scirocco
sussurra un altro invito
che dice devi amare
che dice devi amare.










1 commento:

Angela Corica ha detto...

Ci manca tanto, sì. Crissà cosa avrebbe scritto di certa politica..chissà se avrebbe dedicato un testo alla morte dei valori. Le uniche rimaste integre sono le sue idee, che sembrano così attuali da fare paura. Paura perchè lui già sapeva che la società sarebbe diventata, sotto i nostri stessi occhi, meschina e ipocrita, colma di falsi moralisti. Piena di gente che bada a salvarsi la faccia in pubblico ma in privato calpesta ogni dignità. Ci manca quel suo punto di vista lucido e preciso. Anche se la sua voce è sempre a fianco di chi crede nella lotta per la vita. Ci manca la serietà e l'impegno di chi ha fatto dei propri testi un inno di denuncia sociale. Ci manca il suo coraggio. Oggi dovremmo sentirci tutti un pò più "coinvolti" invece di crederci "assolti".
Angela