lunedì 15 luglio 2013

Cinquefrondi, conclusa la fase uno di “Borgo Futuro” il progetto di Rinascita per il recupero del centro storico Appuntamento a settembre per la ripresa dei lavori. Recuperato dopo oltre quaran'anni il cappello della fontana di Largo del Tocco

spettacolo marionette vallone macarioCINQUEFRONDI –  Si è  chiusa la prima fase dei lavori di “Borgo Futuro” , l’iniziativa dell’associazione Rinascita per Cinquefrondi volta al recupero e valorizzazione del centro storico cittadino. Ieri sera, in sinergia con i partecipanti all’”Estate Ragazzi 2013, scalinata di Largo del Tocco stracolma di bambini e ragazzi con gli occhi appiccicati al palchetto allestito in fondo ai gradoni. Spettacolo di teatro dei burattini con profondo ed interessante tema, i rifiuti e la raccolta differenziata. Un modo per informare i ragazzi, divertendoli,sui pericoli dell’indiscriminato abbandono di rifiuti anche di genere pericoloso. Applausi per l’artista che ha magistralmente manovrato i burattini e poi tutti insieme lungo il l’antico percorso che, attraverso il ponticello, porta al cimitero comunale, il tutto dopo una breve sosta per ammirare due “writers” al lavoro per recuperare una vecchia insegna abbandonata all’interno dei resti del frantoio a macine di pietra, e per ascoltare una breve descrizione del funzionamento della struttura esempio  di attività produttiva collegata all’economia del territorio fino a circa cinquant’anni fa.

ponticello vallone macarioCinque fine settimana di duro lavoro, questo il sacrificio dei volontari che hanno restituito alla collettività un percorso divenuto a causa di eventi atmosferici e mancati interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, una vera e propria selva impercorribile. Dal taglio delle siepi e degli alberi caduti alla rimozione paziente ed in condizioni quasi impossibili della terra franata, dal ripristino dei canali di sfogo delle acqua piovane al ripristino e messa in sicurezza del ponticello sia nel selciato, con recupero dell’antico aspetto di pietra, che nelle barriere laterali sostituite e nei  pilastrini in cemento ricostruiti perchè abbattuti dai vandali per consentire lo scarico nel torrentello sottostante di una quantità inimmaginabile di rifiuti di ogni genere, ingombranti e non.

Migliaia di bottiglie di vetro di ogni tipo e dimensione, carcasse di elettrodomestici grandi e piccoli, centinaia di buste di plastica piene di vecchi indumenti, pezzi di mobili, piatti, bicchieri, posate, attrezzi da lavoro,materassi a molle in avanzato stato di decomposizione, biciclette, pezzi di motorini, ferraglia di ogni genere, insomma, tutto ciò che negli ultimi trenta-quaranta’anni non è più stato ritenuto utile in casa e non si sapeva dove depositare per disfarsene. Questo il “bottino” dei volontari durante la paziente opera di recupero.

In verità l’iniziativa, come spiegato nell’introduzione allo spettacolo conclusivo di ieri sera, aveva già avuto l’anno scorso un prodromo. Nel corso della manifestazione “Oltre la rassegnazione”, una delle tappe nei quartieri cittadini aveva toccato “U Vaduni”, il vallone Macario  e la zona del centro storico dove era stata allestita la “Sagra del Vino”. E’ stato proprio allora, come ha spiegato Michele Conia, che tutti insieme hanno deciso che sarebbe partito il progetto poi denominato “Borgo Futuro, radici vecchie e foglie nuove”. In quell’occasione la scalinata di accesso al vallone era una vera e propria discarica tanto da essere quasi  impraticabile. Quest’anno il nuovo progetto è ripartito proprio da lì, da quella scalinata che è diventata naturale scenario degli spettacoli insieme al soprastante Largo del Tocco.

Largo del Tocco, la piazzetta che custodisce una parte sostanziale della storia di Cinquefrondi, cuore della Cinquefrondi vecchia nelle adiacenze del vecchio castello degli Aiossa del quale non rimane alcuna traccia. Ma qualcosa di storico è rimasto. Nel largo, per bontà di Renato Macedonio, proprietario di una delle case prospicienti lo spiazzo, è visibile perchè restaturato senza alcuna alterazione dell’aspetto originario, un semi arco di pietra, probabilmente una delle porte di accesso alla città. Altro elemento antico sul posto la vecchia fontana in ghisa posata su una base di lastre di pietra locale. E’ proprio la fontana di largo del Tocco che è diventata involontariamente protagonista dell’intera operazione Borgo Futuro.

La fontana, ricordo di gioventù di abitanti già anziani, era monca da oltre quarant’anni. Il cappello superiore, a forma di pentagono, era sparito più di quarant’anni fa e da allora nulla se ne era più saputo. I lavori dei volontari di Rinascita hanno coinvolto anche singoli cittadini e tutti gli abitanti della zona. Tra di essi uno in particolare, Claudio Napoli, ha dato tutto quello che aveva dentro per il ripristino dei luoghi che lo avevano visto protagonista della sua gioventù. Da qualche giorno girava la voce che l’autore della rimozione del cappello della fontana, approfittando dell’appello lanciato da Renato Macedonio via facebook, avesse confessato il suo misfatto. Oltre quarant’anni fa, infatti, per gioco ed insieme ad altri bambini, aveva rimosso il pesantissimo cappello di ghisa buttandolo al centro del torrente percorrendo il vecchio ponte sul vallone Macario.

fontana largo del toccoIl destino aiuta. Nessuno si era curatodella confessione relativa al cappello. Tutti hanno forse pensato che in tutti questi anni il pezzo fosse stato consumato dall’acqua o portato via dalla furia della stessa nei mesi invernali. Fino a quando, proprio per caso, Claudio Napoli, per recuperare un attrezzo caduto nel torrentello durante i lavori di pitturazione delle barriere, non è sceso percorrendo la bellissima scaletta posta a lato dei ruderi del frantoio e, appoggiando il piede in mezzo al corso d’acqua, si accorgeva della presenza di un qualcosa di metallico che fuoriusciva dal ciglio. Pensando si trattasse di un rottame come tanti altri già rimossi, ne tentava l’estrazione dalla sabbia. Era oramai quasi completamente interrato proprio all’ingresso del “tunnel” che nasconde le acque del torrente per farle poi riapparire all’altezza del “Tre ponti”.

Tirato via dalla sabbia con forza, tra lo stupore di tutti riappariva il cappello pentagonale della fontana di largo del Tocco. Una gioia per tutti, ma una grandissima soddisfazione per l’autore del ritrovamento che ne ha fatto un “bottino di guerra” portandolo in bella evidenza lungo il percorso per poi procedere ad una prima operazione di pulizia. Il cappello, in occasione dello spettacolo di ieri sera, è stato riposizionato al proprio posto ed è stato possibile a tutti ammirarlo nella sua bellezza in attesa del restauro dell’intera fontana che sarà curato, quasi in segno di pegno, dallo stesso autore della rimozione che si è proposto spontaneamente per l’opera. A margine del riposizionamento una foto dei due protagonisti della vicenda, chi lo  ha rimosso e chi lo ha ritrovato, quasi a sancire un compromesso per la ricostruzione di ciò che negli anni per incuria od altro è andato perso. Un nostro breve video curato e montato da Giulio Pittalis documenta le fasi di ricollocazione del cappello. Nella foto i due protagonisti della vicenda.

Una dimostrazione comunque che la sinergia tra i cittadini e le associazioni presenti ed attive sul territorio può e deve portare al recupero della storia locale e di ciò che ne ha costituito la base. Un esempio concreto che ci porta a credere, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che insieme, senza pregiudizi e steccati, si può ritrovare ciò che si è perso per restituirlo alla collettività. Gli esempi si sprecano, ultimo tra tutti il monumento ai caduti, ritrovato grazie anche alle sollecitazioni partite dall’Edicola di Pinuccio e che, dopo la rimozione per i lavori in Piazza della Repubblica, è stato restaurato su iniziativa di Angelo Macedonio e restituito ai cittadini ma non nella originaria composizione. Il miracoloso ritrovamento dei blocchi di basalto, peraltro non riutilizzati e giacenti in attesa di destinazione, non è sufficiente. Una scultura su lastra di marmo opera del Riggio, rimossa per i lavori in piazza, non ha più fatto ritorno al suo posto. L’occasione pertanto è utile per lanciare da queste colonne un accorato appello a segnalare all’Edp la presenza del bassorilievo anche in forma anonima. Chissà che, come per il monumento ed il cappello della fontana, non si riesca a restituire alla collettività anche quest’altro pezzo di storia.

Il progetto “Borgo Futuro” non finisce qui. La sospensione delle attività per il periodo estivo servirà per riorganizzare le idee e ripartire con sempre maggiore entusiasmo a settembre nell’attività di recupero della zona. Tanto e tanto si è fatto, tanto e tanto c’è ancora da fare per realizzare un sogno comune non solo ai volontari di Rinascita ma a tutti coloro che si sono aggregati alla carovana in modo spontaneo e che hanno voglia di spendere parte del proprio tempo libero a favore del bene comune. Il senso civico, materia ormai rara,  avrebbe bisogno di essere riscoperto con l’intervento delle istituzioni come la scuola che potrebbe lasciare sul territorio parte delle risorse spese per la crescita culturale extracurriculare degli alunni. Far conoscere ai bambini il proprio territorio, il territorio in cui sono nati e cresciuti, portarli a conoscenza della propria storia sarebbe un buon viatico per renderli partecipi in progetti come quello di Borgo Futuro, farli diventare cittadini attivi e protagonisti del domani conoscendo ciò che è stato ieri, l’altro ieri ed anche prima Cinquefrondi.
Francesco Bonini | Edicola di Pinuccio

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