venerdì 7 gennaio 2011

Il vostro made in Italy ha una macchia. Il nostro sangue

Noi siamo i lavoratori di Rosarno, Foggia, Castel Volturno, Cassibile, i lavoratori che reggono il vostro sistema agricolo.

Lavoriamo in nero, 10 ore al giorno per 25 euro. Una parte della nostra fatica va nelle tasche del caporale.Lavoriamo senza diritti e senza sicurezza.

Seguendo le stagioni attraversiamo le campagne italiane, costretti a vivere in fabbriche e case abbandonate.

Sono le mani di noi lavoratori africani a raccogliere i prodotti italiani e a garantire i vostri profitti.

Un anno fa la nostra rivolta a Rosarno ha denunciato questo sistema. Siamo stati criminalizzati,costretti a lasciare quel poco che avevamo e dispersi in tutto il paese.

E' così che siamo arrivati a Roma, senza alcun sostegno. Abbiamo dormito alla stazione Termini e procurarsi un pasto era difficile. Il comune  di Roma non ci ha garantito alcuna forma di accoglienza.


Dopo alcune settimane abbiamo incontrato delle associazioni che ci hanno sostenuto nella nostra lotta. Ci siamo organizzati nell'assemblea dei lavoratori africani di Rosarno, per dare voce ai nostri diritti: accoglienza, lavoro e permesso di soggiorno.

Nel nostro cammino di lotta per la conquista di un lavoro qualificato e regolare, lo scorso aprile abbiamo fatto un accordo con la provincia di Roma, e le associazioni datoriali in agricoltura. Ma ad oggi, nonostante il forte bisogno di lavoratori nelle campagne romane, la maggior parte di noi lavora senza contratto.

Sostenuti dai nostri fratelli e sorelle italiani, dopo lunghi mesi di lotte, ci è stato riconosciuto il diritto a rimanere regolarmente in Italia per un anno. Ma in un paese in cui il permesso di soggiorno è vincolato al contratto di lavoro, come possiamo garantirci il nostro futuro?




NON VOGLIAMO PIU' ESSERE CLANDESTINI. NON SAREMO MAI PIU' INVISIBILI

ROMA, 07/01/2011
alar.noblogs.org


Questo il testo del volantino distribuito  in occasione della manifestazione di lavoratori africani  che si è svolta  oggi  7 gennaio 2011  davanti al Ministero dell' Agricoltura e Foreste  in  via XX Settembre a Roma

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