venerdì 24 dicembre 2010

Babbo Natale portami la Rivoluzione



Caro Babbo Natale,
per quest’anno avrei una richiesta importante da farti.

Io mi sono comportato meglio che ho potuto quest’anno e ho sempre provato a migliorarmi:

Ho evitato di sostare dove c’è scritto parcheggio per handicappati perché non si fa e perché non sarebbe giusto occuparlo per chi ne ha bisogno, anche se solo per “2 minuti”.

Le volte che mi è successo ho restitituito il resto che avevano sbagliato a darmi in più pagando la spesa (e pensare che sono di Genova).

Ho sempre raccolto la xxxxx del mio cane per strada, ho riposto la plastica nel bidone giallo, la carta nel bianco, il vetro nel verde e l’umido nell’indifferenziato.

Ho rispettato le code agli sportelli, non ho mai parcheggiato in seconda fila.

Ho aperto il portone di casa alle signore con i sacchi pesanti della spesa e ai ragazzi stranieri che mi guardavano con paura che io fossi l’ennesimo razzista, per cercare il più possibile di farli sentire a casa.

Ho chiamato mia madre e mio padre con costanza.

Non ho detto bugie, forse qualcuna piccola di cui mi scuso, ma non era certo grave.
Ho pagato le tasse, tutte, e non ho fatto lavori in nero.

Ho letto tanti libri, ho ascoltato musica di autori nuovi e indipendenti ai quali ho scritto messaggi di complimenti sinceri e donato qualche euro.

Ho fatto un pò di beneficenza, anche cose piccolissime tipo le monete ai vecchi infreddoliti al semaforo.

Ho telefonato a persone che non sentivo da tempo per sapere come stavano senza volere nulla in cambio.

Ho cercato di essere coerente sempre, anche se a volte è proprio difficile.

Non ho fatto promesse che non potevo mantenere, ho gareggiato e a volte perso, ma sempre rispettando le regole:

si è più forti se si gareggia seguendole e vigliacchi e deboli se si fa i furbi.

Ho cercato di allontanare sempre il pregiudizio dalle mie valutazioni e di agire con rettitudine, pur non essendo un santo.

Ho bevuto poco alcol e fumato pochissimo, anche se so che fa male.

Ho fatto delle carezze inaspettate e guardato le persone negli occhi con franchezza.
Ma questo paese, la mia Italia, soffre.

Io cerco di capire perché le cose non vanno, perché la gente è spaventata e la crisi morde le caviglie.

Sanità, scuola, ambiente, politica, informazione: nel nostro paese i furbi hanno cercato di far credere agli altri e ai loro figli che l’unica maniera per andare avanti sia infilarsi negli spazi e prevaricare su chi ci è accanto.
E così, sempre più spesso, la gente si è convinta che forse – tutto sommato- siccome le regole non le rispetta nessuno sia giusto adeguarsi. Perché tanto gli italiani sono fatti così, sono furbetti e ladri.
Ma io non ci credo e conosco tantissima gente onesta, umile, che ogni giorno lavora duramente per migliorare il proprio piccolo mondo e con questo – per conseguenza- tutto il resto.
Ecco che allora, per quest’anno caro Babbo Natale, se esisti ti chiedo di portarmi un regalo sontuoso e preziosissimo:
La rivoluzione.
Quella delle coscienze, che non diventa violenza gratuita, ma che fa sobbalzare e dire : ora basta.

Quella delle parole che sono come pietre.

Parole parlate in tutti i luoghi dove c’è altra gente.

Per risvegliare tutti gli indeciso che comunque percepiscono che così il nostro mondo non funziona.

In piazza, al mercato, in casa e al lavoro.

La rivoluzione delle idee, della gente che pensa con la propria testa e che comincia rendersi conto che se non ci si mette assieme per cambiare le cose tutto rimarrà così.

Una rivoluzione che spazzi via gli slogan usa e getta fatti per sopire le menti.
Questo è il mio paese, e nonostante tutto, lo amo.

E voglio che ad emigrare siano i corrotti e i disonesti, intellettualmente e non.
Quindi, caro Babbo Natale, per quest’anno ti chiedo questo regalo: portami la Rivoluzione.

Matteo Ponzano  (cit)

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