31 gennaio 2014
Il territorio della Piana di Gioia
Tauro è stato forse irrimediabilmente violentato negli ultimi anni da scelte
assurde calate dall'alto. Solo da ultimo, l'arrivo nei prossimi giorni della
nave danese presso il Porto di Gioia Tauro per il trasbordo delle armi chimiche
siriane ci parla di un'ennesima violenza perpetrata sul nostro territorio:
nulla interessa ai Governi della pericolosità dell'operazione, né di allertare
le istituzioni locali sulla reale portata del disarmo.
A
niente sono valsi gli appelli di varie istituzioni, gruppi, associazioni
affinchè cio non avvenisse. Ridicola, se non drammatica, la giravolta del
governatore Scopelliti, il quale, all'inizio si è opposto, seppure fuori tempo
massimo, all'imposizione del governo centrale, per poi accettare supinamente.
Noi,
invece, manteniamo il nostro secco "No", già ribadito più volte in
vari comunicati e in un appello al Presidente del Consiglio Comunale di
Cinquefrondi al fine di convocare un consiglio comunale aperto per
sensibilizzare l'opinione pubblica cittadina sull'importanza strategica del
dissenso.
Riteniamo
infatti, che la Piana di Gioia Tauro è stata già pesantemente colpita da
impianti inquinanti e deturpanti della cultura e delle sue vocazioni: la storia
di questo lembo di terra negli ultimi anni associa al dramma economico e
sociale, sempre più grave, quello ambientale con la costruzione o la
progettazione di inceneritori, centrali biomasse, impianti di pirolisi,
rigassificatore, centrali a turbogas, elettrodotti, ecc..
Noi,
semplicemente, pensiamo di non meritare un nuovo sopruso e saremo in piazza a
San Ferdinando assieme a tutti coloro i quali hanno a cuore le sorti della
nostra amata terra.
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