mercoledì 11 settembre 2013

Tribunale di Cinquefrondi, la rivolta del Comitato. «Alla chiusura non ci rassegneremo mai!»

Cinquefrondi (Reggio Calabria)
– L’avvio delle operazioni di trasloco ha dato più vigore alla protesta bipartisan di politici e cittadini - diventata ancora più incalzante con il sit-in dinanzi ai locali della sede giudiziaria – che si oppongono alla chiusura della sezione staccata del Tribunale di Cinquefrondi. Il Comitato, che mette sinergicamente in risalto l’impegno di tutte le forze politiche cittadine, ha preso presidio fisso giusto dinanzi al Tribunale oggetto del conteso trasferimento e si è votato finanche allo sciopero della fame per evidenziare, con un atto eclatante, la bontà di questa battaglia.
«Siamo qui per una questione di giustizia – afferma Michele Galimi, portavoce del Comitato – nonché di rispetto della legalità. L’accorpamento di questa sede al Tribunale di Palmi sarà la paralisi vera e propria del funzionamento della macchina della giustizia per i cittadini».E c’è da credergli, in quanto dal 13 settembre prossimo a sloggiare verso Palmi, oltre a mobilio e fascicoli, sarà anche l’intero personale, lasciando a Cinquefrondi, praticamente un contenitore vuoto. «Ma Palmi – riflette ancora Galimi - non ha neanche le strutture per consentire questo passaggio di consegne e per assorbire la mole di lavoro di Cinquefrondi. E poi considerando la cronica disfunzione del sistema dei trasporti e della viabilità si rischia solo un grande tilt con l’aumento inutile di spese. Basti pensare al fatto che le aumentate trasferte su Palmi delle forze dell’ordine del comprensorio accresceranno i costi per la diaria giornaliera quale diritto di trasferta per il personale, che graveranno, manco a dirlo, sempre sui cittadini a cui si sta negando il diritto alla giustizia nel perimetro di un hinterland di ben 21 comuni».
«Avremo il sostegno degli altri sindaci interessati – aggiunge il sindaco Marco Cascarano – con cui insieme sosterremo questa battaglia. Di questa vicenda si è interessato personalmente il governatore Scopelliti, per il tramite del consigliere Imbalzano, il quale si trova proprio oggi a Roma per trattare al Ministero la questione del Tribunale di Rossano ed a cui abbiamo chiesto di rappresentare anche quella di Cinquefrondi».
«Anche i giovani del mio partito saranno chiamati a raccolta per dare sostegno alla manifestazione che si prevede per domani alle 10 – asserisce Francesco Rao, coordinatore provinciale dei Giovani Democratici – assieme a cittadini, avvocati e chiunque voglia partecipare».
Una controversia che si preannuncia lunga ed incerta soprattutto tenuto conto della materia da trattare che si ripropone di ridisegnare la geografia giudiziaria dell’intero paese.
«Noi staremo qui fino a quando chi di competenza non ci darà ascolto e già domani una delegazione del Comitato si porterà dal Prefetto per illustrare le nostre istanze – riprende Michele Conia. Intanto stiamo attendendo anche una risposta da parte del Sottosegretario alla Giustizia, on. Beretta, a cui abbiamo sottoposto il caso. Da qui vogliamo lanciare un appello a tutti, colleghi avvocati e semplici cittadini, affinché vengano al presidio a protestare insieme, poiché solo uniti potremo cercare di ottenere risultati».
«La chiusura del Tribunale di Cinquefrondi è la conferma di una politica nazionale lontana anni luce dalle reali necessità del territorio- annota pungente il consigliere provinciale Longo, anch'egli al presidio. Deputati e senatori nominati dalle segreterie romane che si rivelano incapaci di rappresentare dignitosamente la nostra terra. E’ semplicemente vergognoso!»
Anche le organizzazioni sindacali non hanno voluto mancare l’appuntamento per dare forza e sostegno al presidio. « La chiusura del Tribunale altro non è se non un ulteriore scippo al nostro territorio - testimonia Michela Tripodi della CGIL – già in ginocchio dal punto di vista economico e sociale. Noi chiediamo l’impegno massimo a tutte le istituzioni, ai vari livelli, per risolvere al meglio questa questione».
E proprio ieri, il segretario del locale circolo PD, Michele Galimi si era recato a Roma in vista di un colloquio con dirigenti ministeriali e politici nazionali di riferimento che potesse sbloccare l’impasse. Incontro che purtroppo si è rivelato interlocutorio. «Non comprendiamo – continua Galimi - quali siano le ragioni che portano alla chiusura di questa sede visto che stiamo parlando di una delle sezioni più produttive d’Italia anche e soprattutto in rapporto a Palmi dove, solo per fare un esempio, occorre il triplo del tempo per definire un procedimento. Questa è solo una evidente ulteriore penalizzazione che ci vogliono infliggere».Penitenza divenuta ancor più amara se si pensa all’annunciata proroga, poi disattesa, ed alla beffa conseguente, che ha visto materializzarsi il trasferimento della sede. «Fare di questo Tribunale storico, un polveroso archivio, lo riteniamo una ulteriore offesa –conclude Galimi. Noi chiediamo un incontro immediato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per sensibilizzare sul tema e per cercare di evitare al ministro Cancellieri di compiere irreversibilmente gli stessi errori, poi riconosciuti, del ministro Fornero. Ma si sappia che noi – dichiara deciso – alla chiusura di Cinquefrondi non ci rassegneremo mai!».

Giuseppe Campisi MNews.IT

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